C’ERA UNA VOLTA*
Al momento della nascita della nostra storia criminale, ci si presentano le possibili ambientazioni. L’universo narrabile è veramente infinito: dalle forme tradizionali come il delitto in una camera chiusa oppure durante una festa alle varie opportunità di spazio e di tempo, il passato e il futuro, e storie che si dipanano tra i ghiacci dell’Artico o nelle vie di una metropoli. Le scenografie insolite sono allettanti ma va ricordato che è molto difficile essere originali in un mondo narrativo già tutto esplorato. Meglio allora muoversi in un paesaggio ben conosciuto, di cui si è respirata l’atmosfera che vogliamo ricreare. Per vivacizzare, un utile espediente può essere quello di introdurre un personaggio inaspettato in un certo ambiente.
L’inizio è un momento delicato perché è quello che spinge a infilarsi nella storia o abbandonarla. Le regole per un incipit efficace sono suggerite più che altro dall’esperienza di lettore. Un primo paragrafo breve e semplice può essere vincente: chi legge non vuole essere scaraventato in un mare di fatti complessi, soprattutto se collegati a personaggi che ancora non conosce. Più che informare è meglio alludere, accennare, sedurre.
Se vogliamo dare notizie funzionali alla storia c’è una deliziosa tecnica detta “della prolessi” o della “pistola di Cechov”: se nel primo capitolo dici che c’è un fucile appeso al muro, nel secondo o terzo capitolo deve assolutamente sparare. A dire che l’informazione deve essere un indizio di ciò che accadrà.
L’incipit descrittivo invece va trattato con cautela, come sempre le descrizioni e le digressioni nel racconto di suspance. Vanno bene per presentare il mondo in cui ci muoviamo e, durante la narrazione, per rallentare il ritmo e far prendere fiato al lettore, ma non per addormentarlo.
Un bell’inizio può essere un ribaltamento cronologico degli eventi: si narra una scena avvenuta nel passato o, meglio ancora, nel futuro rispetto al tempo della storia, ad esempio il finale. Una frase iniziale molto consigliata non è statica ma contiene già una certa azione, o comunque una promessa di movimento. E, a proposito di importanti promesse, ecco l’incipit di La donna della domenica di Fruttero e Lucentini: “Il martedì di giugno in cui fu assassinato, l’architetto Garrone guardò l’ora molte volte”.
* Agatha Christie 1949
Angela Borghi, medico, ha lavorato in ospedale e ora si dedica alle sue passioni, soprattutto scrivere. Ha partecipato ad antologie di racconti e pubblicato quattro romanzi gialli: Delitto al Sacro monte, I misteri del convento di Casbeno, Che domenica bestiale e La ragazza con il vestito azzurro.
continua il 7 dicembre 2023
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