Green card

Green card

Stanotte c’è stato il temporale. Il cielo è ancora grigio e intorno tutto dice che l’autunno è alle porte: lo dice il calendario appeso alla parete, lo annunciano le colline sopra la città che sfoggiano nuovi colori e i negozi che espongono abiti in maglia accanto a ciò che resta dei saldi estivi. Il passaggio di stagione è vicino, ma a lei piace quest’atmosfera sospesa, incerta. Ben si sposa con un carattere indolente. L’aria frizzante del mattino le spettina i capelli sciolti. Si specchia in una vetrina e con un gesto veloce li lega con un elastico. E’ bella Astrid, di una bellezza esotica: capelli ricci corvini, pelle ambrata e grandi occhi verdi. Suo padre non l’ha conosciuto: avventura estiva di sua madre a Cuba, nella vacanza dopo la maturità. Ha un carattere schivo, pochi amici, una storia nata tra i banchi di scuola che dura più per abitudine e pigrizia che per convinzione, un lavoro che non la soddisfa e prossima ai trent’anni. Ha un groppo in gola e mordicchia le unghie. Ha bisogno di cambiamento. Lo pensa, lo dice, ma non trova il coraggio. Si sente in ritardo nella vita. “L’orologio biologico corre”, le fa eco sua madre, che mai per un attimo si è pentita di averla tenuta e sembra una sua coetanea. Ripensa alla proposta di matrimonio di Mario, alla quale aveva risposto in modo ironico con un “Mi metterai sulla croce a trentatré anni, come Cristo”. Lo feriva a volte per punirlo di non essere più capace di stupirla. Si siede al tavolo del solito baretto e ordina il solito cappuccino con poco caffè, mentre sfoglia quel che resta di un quotidiano stropicciato da più mani. L’occhio cade su un trafiletto: il bando per l’estrazione delle 50.000 Green Card messe a disposizione dal governo americano. Le viene in mente un film romantico degli anni ‘90, con quell’attrice dai capelli simili ai suoi. Un matrimonio di convenienza sfociato in un amore impossibile. E’ la fine di settembre, la fine di un’estate monotona trascorsa senza quasi lasciarne ricordo, una delle tante, con poche fotografie e sempre uguali. Chissà prima o poi anche lei andrà a Cuba, magari in viaggio di nozze. Le viene quasi da ridere. Cerca per curiosità la data di scadenza del bando. La tentazione di iscriversi è forte, così come lo è la paura nel futuro, che immagina troppo simile al suo presente. Come dirlo agli altri? A Mario, a sua madre… In fondo c’è tempo per le confessioni: l’estrazione avverrà fra uno o due anni; può anche non dirlo, sarà il suo segreto. Si iscrive per gioco, ma in fondo ci crede. La carta è verde, come la speranza.

di Annarosa Cofalonieri

Il racconto del giorno feriale (dagli autori della nostra scuola di scrittura SCRIVERE IL CORTO)


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