I PERSONAGGI, il divertimento continua
Com’è possibile scrivere un racconto senza personaggi, anche se, come spesso capita nel nostro caso, si tratta di racconti di sole duemila battute? I personaggi nella narrativa sono come l’acqua nel mare. Se ne vogliamo parlare, la cosa si fa lunga, perché il mare è vasto.
Riprendiamo la differenza fra la prima o la terza persona e facciamo un sacco di letture, di confronti, ma quello che dico sempre è che siamo qui per scrivere, e quindi scriviamo. Do per scontato l’importanza dei personaggi, e quando li descriviamo, nel loro aspetto fisico, di come sono vestiti, o nudi, nel loro carattere e modi di essere… a chi ci siamo ispirati, magari mettendo insieme le caratteristiche di due o più persone che conosciamo… non è forse un divertimento tutto questo? È il bello della nostra arte, la capacità che abbiamo acquisito, come uno scultore aggiungiamo e togliamo creta da quella figura che non è ancora diventata ciò che abbiamo in mente.
Per chi ama raccontare in prima persona, l’io narrante è davvero uno spettacolo sul quale e con il quale giocare. E la terza persona, il protagonista della storia? Il lettore ci chiede sempre ma sei tu quel personaggio, la storia è autobiografica? Quando descrivo quel personaggio generoso e spendaccione, mentre sanno tutti che io sono un tirchio della miseria, non sono sempre io? Dobbiamo scomodare per forza il buon Flaubert per sapere che Madame Bovary c’est moi? Qualcuno vuole rimarcare che la nostra scrittura è creativa? Senza la creazione di personaggi non c’è narrazione. Quando ci servono li inventiamo. Abbiamo già un’idea ben definita della nostra opera, c’è il personaggio principale, e poi gli altri, più o meno importanti, e quelli detti minori. Ci capita però di trovarci in una situazione di stallo, l’azione non va avanti, s’è bloccata. È in realtà la nostra fantasia che ha perso vitalità, e con essa la storia. Andava tutto così bene, e adesso? Inventiamo uno o più personaggi, ci salveranno da quella pagina arida che non ci aspettavamo di incontrare. E chissà che quel personaggio soccorrevole non acquisterà una sua autonomia e comparirà in altre pagine.
E possiamo anche averne uno solo, di personaggio, come quello che si è trovato solo al mondo e gira disperato dalla prima all’ultima pagina.
Continua il 17 febbraio
Abramo Vane, giornalista e scrittore, insegna alla Scuola di Scittura delle Edizioni IL CAVEDIO. Ha pubblicato libri di narrativa, d’arte, di poesia.
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