L’ORA D’ORO È ORA

L’ORA D’ORO È ORA

LEZIONE DALLA PANDEMIA COVID-19

Di Giuseppe Geneletti

Cosa avremmo fatto o sarebbe accaduto nelle nostre vite senza la pandemia? Non è certo presto per una riflessione personale in merito.

Forse non avremmo cambiato casa, conosciuto persone ora importanti, iniziato una nuova sfida professionale, chiuso l’attività di famiglia, smesso di fare i pendolari o di fumare. Io non avrei cambiato città, non lavorerei da remoto, non starei così tanto in famiglia, avrei viaggiato di più, ma incontrato meno persone online.

A livello globale, l’isolamento fisico di Vladimir Putin, ossessionato dal rischio di contagio, e l’aridità delle comunicazioni diplomatiche esclusivamente a distanza, forse hanno contribuito all’invasione russa in Ucraina. I colli di bottiglia delle catene di approvvigionamento globali non si sarebbero manifestati con l’intensità e longevità che ancora oggi condizionano gli scambi internazionali. Non lo sapremo mai con certezza, perché non c’è la prova del contrario. 

Abbiamo forse riscoperto l’importanza della salute, dei legami familiari, delle relazioni con le persone che contano, a volte troppo tardi. Abbiamo imparato che non si può dare per scontata la libertà di movimento e di lavoro, il diritto alla privacy e alle cure. Credevamo che non fosse possibile fare scostamenti di bilancio oltre il 3% in Europa. Invece sono arrivate risorse con così tanti zeri che quasi ogni mese ci sono decreti che valgono come una finanziaria dei tempi pre-Covid. Abbiamo riconfermato le nostre profonde differenze e divisioni sociali. Qualcuno, che era già forte prima, ha trovato il modo di avvantaggiarsi, qualcuno, che era già sull’orlo del precipizio, è andato a picco. In generale si è acuita la polarizzazione, le differenze tra chi ha e chi non ha più, e non ne può più. Possiamo iniziare a metabolizzare se la pandemia ha modificato il nostro pensiero. Cosa crediamo sia essenziale nella vita. Se ci fidiamo degli altri, delle istituzioni, della scienza. Possiamo riflettere su come abbiamo cambiato idea nel tempo. Quali dubbi abbiamo sciolto e quali rimangono dilemmi. Abbiamo imparato che le vaccinazioni funzionano, ma non durano per sempre; che il tasso di mortalità dipende dalla capacità delle terapie intensive, che alcuni ospedali non avevano nemmeno; abbiamo imparato che la pandemia non uccide solo gli anziani e i malati. È stato un tempo straniante e inatteso, con alcuni più scettici e cinici, altri spaventati e arroccati, altri ancora impermeabili e intoccabili.

Sarebbe stato meglio che non ci fosse, ma dato che c’è stata, meglio cercare di trasformarla in un’opportunità. Come canta Bruce Springsteen: “Se la vita non ti dà altro che limoni, fai della limonata”. Spesso ci attardiamo in un tempo che non esiste più o ancora. Il tempo della vita è il presente: l’attimo in cui decidiamo chi siamo, cosa vogliamo e lo mettiamo in pratica, liberandoci dai fantasmi del passato e dribblando le nuvole che oscurano il futuro. Se c’è una lezione che il Covid-19 ha offerto a tutti è che l’ora d’oro è ora. Quell’idea nel cassetto per una vita più felice, tiriamola fuori; quel gesto di unione con il prossimo, che abbiamo ignorato sul lavoro, nel vicinato, nella famiglia, intraprendiamolo con fiducia; quel ringraziamento interiore per tutto quello che la vita ci offre, esprimiamolo con gioia. Il passato ci fagocita col rammarico. Il futuro ci spaventa con l’indeterminatezza. In un mondo in cui sembra che la velocità sia tutto, il tempismo vale molto di più. Cogliere l’attimo è il nostro potere magico.

Il tempo è tutto attaccato

Natale Geneletti (mio papà)

Giuseppe Geneletti è un giornalista pubblicista, associato alla redazione di VareseNews.it. Esperto di cambiamento organizzativo e innovazione, pubblica settimanalmente su temi di attualità economica, sociale e di interesse locale.

Selezione di articoli da XI Concorso “Il Corto letterario e l’illustrazione”, GIORNALISMO ( Sezione dedicata a Pierfausto Vedani)


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