DI Carlo Battaglini
Emma era sempre stata una ragazza distratta, ma non avrebbe mai creduto di riuscire a perdere l’amore della sua vita tre giorni dopo averlo trovato; e la canzone che ora usciva dalla radio non faceva che amplificarne la rabbia: “Bello, bello e impossibile, con gli occhi grandi e la tua bocca da baciare…”. Una vera presa per il culo.
Emma si tappò le orecchie e maledì se stessa per aver dato retta a Lucia. “Non vorrai telefonargli, vero…?” aveva detto.
“Lascia che lo faccia lui, pensa alla tua dignità”.
Accidenti a lei. E anche alla dignità.
Emma aveva guardato prima Lucia e poi la banconota sulla quale Lui aveva segnato il suo numero di cellulare. Nessun nome. Solo dieci cifre che, ovviamente, adesso lei non ricordava. Ma questo non sarebbe stato un gran male se non avesse ficcato quella dannata banconota nel taschino dei jeans finiti in lavatrice due giorni dopo. Accidenti a lei. E anche alla lavatrice.
Se è vero che si vive solo da giovani, e che dopo la vita non è altro che un lungo ricordo, Emma ci avrebbe ripensato per il resto dei suoi giorni.
La voce della Nannini, alla radio, era implacabile. Emma pigiò le orecchie fino a sfondarsi il cranio, ma non riuscì a cancellare le ultime parole della canzone: “forte, forte forte ti vorrei!” Emma uscì sperando di non pensare a nulla. Non ci riuscì. Bello. Quando si erano sfiorati era scoccata la scintilla, ne era certa. Bello… con gli occhi neri e la sua bocca da baciare… Un’opera d’arte, una canzone da hit parade… Bello… e impossibile, accidenti a lei, e anche a Lui che non telefonava. Eppure si era perfino fatto segnare il numero di Emma sulla custodia degli occhiali col pennarello.
Lei ricordava perfettamente: si stava avvicinando alla cassa, con la maglietta che aveva deciso di acquistare e che continuava a rimirare. Era andata a sbattere su quel torace giratosi di colpo. Si era ritrovata contro quell’uomo, con la maglietta stesa sul volto che, come un sipario, si era abbassata lentamente rivelando a lei il volto di Lui e a Lui il volto di lei. La maglietta era rimasta tra di loro a lungo, sospesa dai loro corpi che non volevano staccarsi.
Emma ritornò al negozio. Riconobbe la commessa, la divertita testimone del loro scontro, e anche lei la riconobbe. “Il tuo amico non è più tornato…” Non aveva dubbi, accidenti.
La commessa le allungò qualcosa. “Posso darli a te?” Emma la guardò incuriosita e subito riconobbe la custodia col numero da lei segnato. Sembrava ancora più marcato.
Lo osservò a lungo.
Bello e impossibile.
E sbadato come lei, per giunta. Proprio l’uomo della sua vita.
Carlo Battaglini nasce a Milano il 23 maggio 1960. Si laurea in geologia nel 1985. Lavora in tutta Italia, ma perde la vista nel 2017. Scrive da sempre. Finalista in vari Premi Letterari, ne vince tre. Ha pubblicato racconti, articoli e un romanzo.
Selezione di racconti da XI Concorso “Il Corto letterario e l’illustrazione”, NARRATIVA (Scrivere il corto) RACCONTI D’AMORE ( Sezione dedicata a Maniglio Botti)
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