VINO E SCRITTURA, la qualità si riconosce
Dico a mia moglie di prendere dallo scaffale in cantina una bottiglia, di incartarla con un foglio di alluminio, in modo che io non veda l’etichetta, e di portarmela a tavola. L’assaggio, e riconosco il Re dei vini, il Barolo. Mia moglie ha portato un’altra bottiglia, con lo stesso sistema. È un Barbaresco, il fratello minore del Barolo, che io a volte preferisco, perché è meno tannico. E poi lei ha esagerato, e ne ha portata un’altra, il Gattinara lo riconosco da lontano, è il vino che in assoluto preferisco. Sono cresciuto a Spanna e Gattinara, quando avevo quindici anni e s’incomincia a bere vino, dopo quel bicchiere di acqua e vino che mi era stato concesso a dieci.
E adesso fate la stessa cosa con i libri che stanno sugli scaffali della vostra libreria. Non guardate il titolo, prendete e aprite a caso. I romanzi buoni sono ben strutturati, come i vini. I grandi autori si riconoscono. Dal colore, dal profumo, dal gusto delle parole.
Continua il 12 ottobre
Abramo Vane, giornalista e scrittore, insegna alla Scuola di Scittura delle Edizioni IL CAVEDIO. Ha pubblicato libri di narrativa, d’arte, di poesia.
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