Sua mamma amava il blu. Erano blu i cappottini e gli abitini di velluto con colletti di pizzo bianchi che indossava le domeniche d’inverno per andare a Messa, la cartella di scuola e gli occhi della bambola regalata ad ogni compleanno: tutto era blu. Loretta era stata una bambina abituata alle buone maniere, ubbidiente e cortese, di indole docile, mai con le mani sporche o le ginocchia sbucciate; come conveniva alla figlia maggiore del maestro del paese. Aveva anche una grande responsabilità: due sorelle a cui dare il buon esempio. Dietro questo formalismo, nascondeva la sua timidezza, ma l’abitudine a tenere a bada le emozioni la rese severa e distante agli occhi degli altri.
Era bella, i capelli rossi e le lentiggini la facevano sembrare più giovane della sua età, però i ragazzi preferivano corteggiare le altre, meno complicate, più alla mano. Così, negli anni, le sue amiche e le sue sorelle si erano sposate e lei era diventata la figlia zitella del vecchio maestro del paese.
A trentanove anni, indossava ancora cappotti blu, qualche filo bianco si intrecciava alle ciocche rosse e provava il desiderio nascosto di andare via, no, di essere portata via.
Pensava a questo mentre usciva dalla biblioteca dove trascorreva il sabato pomeriggio. Preferiva la sezione dei libri dedicati ai bambini e sceglieva, per le sue nipoti, libri con grandi immagini che riempivano le pagine; quei libri in cui le parole si confondono tra colori sfumati e figure leggere.
Quel giorno fu attratta da un titolo, Manuale d’arte per piccoli. Lo avrebbe dato alla maggiore delle sue nipoti, Arianna, una bambina che amava disegnare e le riempiva la casa di fogli colorati.
Si coricò, accese la radio sul comodino e cominciò a sfogliare distrattamente le pagine. Lo sguardo si fermò sulla stampa di un quadro di Chagall, La passeggiata, in cui il pittore trattiene per una mano la moglie che levita nell’aria trasportata dal vento. Lui stesso è come sospeso sul paesaggio. Un amore che fa volare al di sopra di ogni cosa, trascendente, un sogno. Il suo sogno. Ingoiò una lacrima. Alla radio annunciarono il vincitore di Sanremo 1958. Loretta chiuse gli occhi e si lasciò andare… per volare nel cielo infinito.
di Annarosa Confalonieri
Il racconto del giorno feriale (dagli autori della nostra scuola di scrittura SCRIVERE IL CORTO)
- Mio nonno
- La gara
- Il marionettista ovvero il Tredicesimo arcano circense
- Una tranquilla domenica di guerra
- Viola
- Il cavallino rampante
- Italia Germania 4-3
- Sansone & Dalila
- Il maestro del tè
- Lungo il fiume
- Flock
- I ragazzi down e il significato dell’arte
- 11 maggio 1999
- Al Sass de Stria
- Pasqua 1985
- Regalo di Natale
- I luoghi mai raggiunti da mio padre
- Luce ferma
- L’attore
- Un angelo caduto
- La scarpa
- Luna bianca (Mwezi)
- La vecchia tigre
- Ero lì
- La palla ovale
- Neve di febbraio
- Milano Marittima, 1959
- E la neve scendeva fitta
- Hanno ucciso l’uomo ragno
- Seconda stella a destra
- Il mio ragazzo di colore verde
- La prima cena
- Appuntamento con la felicità (ovvero i colori dell’amore)
- I muscoli del Capitano, parte seconda
- La prima stella
- Nuvole, 2050
- Nikolajevka (26 gennaio 1943)
- Un mondo senza colori
- Infinite strade
- Green card
- Finestre chiuse
- Nuvola Rossa
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