UNA VOLTA C’ERA UNA VECCHIA…*

Una storia inventata nasce da un innesco. C’è sempre una frase, un fatto ascoltato dal quale partire. L’immaginazione di chi scrive comprende la memoria, la sensibilità, la capacità di vedere il mondo: gli incontri, le esperienze, le letture vengono rielaborati e maturano nello scrittore. Dobbiamo avere lo sguardo che fissa le cose, partire da una situazione e trasformarla in varie scene, ma bisogna riconoscerne la vivacità, la possibilità che diverti, interessi e, nel caso del giallo, inquieti o spaventi il lettore, che crei suspense.

Esercizio suggerito da Stephen King: pensare a qualche situazione a partire dalla domanda E se? Esempio da Dolores Claiborne, un suo romanzo: e se una donna che ha commesso un omicidio e l’ha fatta franca fosse sospettata di uno che non ha commesso?

Non è obbligatorio che siano situazioni strane, sta poi allo scrittore complicarle o renderle misteriose. Spesso i momenti “piccoli”, quotidiani o idee secondarie, fugaci suggeriscono sviluppi inimmaginabili.

Il periodo di ideazione non si può affrettare. Come dice Murakami, “la scrittura è un atto lento”. Quando la storia esplode poi serve una certa disciplina, pur nel sacro fuoco dell’ispirazione. Il contenuto, gettato sulla pagina, non basta. Definire la struttura del racconto è essenziale. E’ utile avere subito un’idea dell’impianto generale anche se, soprattutto nei racconti lunghi o nei romanzi, la storia prende in corso d’opera sentieri imprevisti. Dobbiamo inoltre pensare a quello che sarà il momento decisivo della nostra narrazione, l’apice emotivo, che sia la scena del delitto piuttosto che la soluzione dell’enigma. Senza accorgerci stiamo già parlando di trama, che è in realtà una selezione di eventi non generici, significativi. Vanno scelte le scene giuste che diano indizi sui personaggi o sul significato della narrazione. La costruzione della trama non è solo un atto tecnico ma dobbiamo inserire a questo livello già le emozioni, la spinta espressiva, perché si renda il senso drammatico del racconto.

* Ellery Queen 1950

Angela Borghi, medico, ha lavorato in ospedale e ora si dedica alle sue passioni, soprattutto scrivere. Ha partecipato ad antologie di racconti e pubblicato quattro romanzi gialli: Delitto al Sacro monte, I misteri del convento di Casbeno, Che domenica bestiale e La ragazza con il vestito azzurro.


continua il 16 novembre 2023


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di Angela Borghi

UN DELITTO AVRA’ LUOGO*

Siamo in tanti ad amare le storie di delitti, da quando E.A. Poe, tra i primi a raccontarle e a indicarne i percorsi, inventava gli enigmi di una camera chiusa. È stato un successo in crescendo dalle molte ragioni, riconoscibili già nella definizione di narrativa poliziesca nelle diverse lingue e paesi.

Il noir dei francesi rimanda al fascino oscuro di torbide atmosfere, di ritmi violenti, del sangue che scorre. La parola thriller sa di brivido, di ricerca del pericolo, di emozioni scatenate dalla suspense.

In Italia li chiamiamo gialli, per tradizione, dal colore della copertina di un settimanale che ha quasi cento anni e sembra immortale.

Nei mistery anglo-sassoni protagonista è il mistero. Indispensabile in un buon racconto o romanzo. Un gioco di occultamenti e illuminazioni fino alla rivelazione finale.

La crime story ci ricorda invece che alla base di ogni narrazione del genere c’è il crimine, meglio se uno o più delitti. E’ il delitto che ci attrae e ci interessa, segno della complessità della realtà e del lato oscuro della natura umana.

Ma il giallo è molto di più, contiene interi universi, storia passata e futuro, filosofia e temi sociali, sentimenti e ragione che vince sulla confusione del mondo.

Gli appassionati di storie di delitto e mistero vogliono mettersi alla prova. E’ una prova insidiosa perché si tratta di lanciare una sfida al lettore.

Leggere aiuta chi scrive. Diffidiamo di ricette infallibili: regole per il racconto di genere sono state scritte in passato ma puntualmente disattese da altri autori. Invece suggestioni dalle pagine dei grandi ci guidano a trovare gli ingredienti, gli accordi e i modi della nostra storia “gialla” che, pare incredibile, può essere racchiusa anche in un corto di poco più di duemila battute.

Possiamo imparare a iniziare dal finale senza sentirci eretici, permetterci di scardinare l’aristotelica unità di tempo e di luogo o magari assumere il punto di vista dell’assassino e simpatizzare con lui. Iniziamo i nostri discorsi sul giallo, che speriamo risultino lievi come deve essere la scrittura. Non bisogna dimenticare che, come dice Patricia Highsmith, “scrivere narrativa è un gioco e uno ci si deve divertire”.

*Agatha Christie 1951

Angela Borghi, medico, ha lavorato in ospedale e ora si dedica alle sue passioni, soprattutto scrivere. Ha partecipato ad antologie di racconti e pubblicato quattro romanzi gialli: Delitto al Sacro monte, I misteri del convento di Casbeno, Che domenica bestiale e La ragazza con il vestito azzurro.


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