Il primo sguardo che il Maestro ebbe per me fu di traverso. Era intento a piegare una tovaglietta per deporla in un cassetto che stava lì davanti e mi volgeva parzialmente le spalle. Entrai, e mi guardò in quel modo, di traverso. Poi si voltò verso l’ingresso e mi salutò con un inchino. Quell’uomo era famoso, il suo pensiero, i suoi insegnamenti erano conosciuti ovunque, ma viveva isolato, estraneo ai clamori della celebrità. Con un gesto della mano aveva tracciato un’idea del vivere e aveva parlato al mondo con la saggezza di rituali antichi. Pochi l’avevano però incontrato, e al fine forse pochi l’avevano davvero compreso. Lui del mondo non ne aveva bisogno, e quando entrai in quella stanza io non ero altro che il mondo.
Divenni la sua allieva prediletta, e mi chiedevo com’era stato possibile. Lo incontravo ogni lunedì pomeriggio e insieme gustavamo meravigliose tazze di infusi preziosi. Fui silenziosa, attenta. Memorizzai i particolari delle varie liturgie di quelle cerimonie così disadorne e così profonde, un mistero che mi pareva il mistero della vita stessa. Ne sperimentai i sapori, e un giorno, dopo anni di frequentazione, capii che il Maestro di me sapeva già tutto fin dall’inizio, da quello sguardo di traverso. Ero, a quei tempi, una donna che cercava la verità, e fra le tante strade possibili avevo scelto quella della bellezza.
Tutto era sobrio e raffinato. Il Maestro sereno, la conversazione fluiva libera, composta da poche e essenziali parole. E l’armonia non veniva mai alterata.
In me cresceva una convinzione, e sul mio diario scrissi che l’arte esprime l’energia e il vigore spirituale dell’umano esistere. Ne ero certa, e volevo essere artista. Ero andata fino là per questo, per imparare, e quel giorno ebbi l’intuizione che era lui in persona, il Maestro del tè, ciò che io cercavo. Lui era l’arte, e tutto stava in una tazza di tè.

di Anna Bentivoglio

Il racconto del giorno feriale (dagli autori della nostra scuola di scrittura SCRIVERE IL CORTO)


IL CAVEDIO associazione culturale e sportiva dilettantistica APS ———————————————– segreteria1997@ilcavedio.org

All’uomo che raccontava storie d’amore veniva facile trovarle, per lui era come andare in un laghetto e gettare la canna con l’amo, e quando gli chiedevano da dove prendeva tutta quella fantasia diceva che bastava guardare, non c’era niente di speciale, e il segreto semmai era quello di cogliere l’attimo, e quando una storia passava lì accanto annotarla su un foglio di carta, perché le storie d’amore, diceva l’uomo che le scriveva, sono come i sogni, svaniscono… e poi si rincorrono le une con le altre, e dicono tutte la stessa cosa, ma in modo diverso, per questo chi non le conosce sostiene che sono una banalità e chi invece è un appassionato non ne trova una simile a un’altra, ma un conto è leggerle e un altro è vederle quando corrono silenziose lì accanto, e l’unico modo per sapere come sono fatte, e quindi riconoscerle, è di averne vissuta una, e se qualcuno non ha vissuto una storia d’amore non le distingue, e così davanti all’indifferenza vanno via come barche su un fiume…
E ciò che l’uomo che raccontava storie d’amore consigliava era di osservare, prender nota, e scriverle subito, e questa, diceva, era l’unica sua abilità, ma c’era una storia che anche lui non aveva mai scritto, ed era quella più importante, forse l’unica che avrebbe davvero messo nero su bianco, ed era la sua… e pensare che per essa avrebbe dato qualunque cosa, proprio qualunque, perché un uomo che scrive è disposto per il suo lavoro davvero a tutto, e ancora non aveva capito se questo impedimento sarebbe durato per sempre o se era solo un tragitto di sofferenza per il quale tutte quelle storie servivano solo per maturare la sua, quell’unica che avrebbe voluto raccontare, e fra le due ipotesi propendeva però per la prima, perché l’essenza delle storie d’amore è il segreto, e lui non ne aveva mai conosciuto una sbandierata ai quattro venti, e per questo, forse, raccontava quelle degli altri e non la sua.

di Anna Bentivoglio, illustrazione di Daniela Di Benedetto

Il racconto del giorno feriale (dagli autori della nostra scuola di scrittura SCRIVERE IL CORTO)


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