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Storm, che volava nel vento

Storm, che volava nel vento

Bau-bau, faceva sempre Storm, e Storm non era un bambino che imitava il verso del cane, Storm era un cane che voleva essere bambino e, come cane, non era poi tanto giovane, anzi ormai era più vecchio che giovane, però giocava ancora come un cucciolotto, e del bambino gli era rimasto l’animo buono, e così papà Egisto tolse dal cancello quell’avviso che diceva attenti al cane, non corrispondeva al vero, e infatti Storm non avrebbe fatto del male a nessuno,…

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C’ERA UNA VOLTA

C’ERA UNA VOLTA

C’ERA UNA VOLTA* Al momento della nascita della nostra storia criminale, ci si presentano le possibili ambientazioni. L’universo narrabile è veramente infinito: dalle forme tradizionali come il delitto in una camera chiusa oppure durante una festa alle varie opportunità di spazio e di tempo, il passato e il futuro, e storie che si dipanano tra i ghiacci dell’Artico o nelle vie di una metropoli. Le scenografie insolite sono allettanti ma va ricordato che è molto difficile essere originali in un…

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Il ladro di parole

Il ladro di parole

Sono giornalista, e vivo di parole. Scritte, ma non solo, dato che sempre più spesso mi chiedono di fare l’opinionista nei talk show serali. E la cosa che non sono mai riuscito a sopportare (un vero paradosso per uno come me) è quando non mi vengono.Uno potrebbe pensare che è una cosa che succede, che non ne devo fare una tragedia, ma essere privato del mio strumento è come levare la bicicletta ad un campione del Giro d’Italia. Una menomazione….

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Compagni di scuola

Compagni di scuola

Ed erano passati davvero tanti anni, e non sembrava, ma erano trenta, e come capita in queste circostanze c’era stato uno che si era preso la briga e aveva fatto le convocazioni, e così quella sera ci trovammo come i reduci di un’impresa, e l’impresa non era quella di avere tanti anni prima superato un esame di maturità, ma l’impresa era proprio quella dei trent’anni che erano seguiti, e questo lo capimmo appena ci vedemmo, e io, tranne Sorbaro che…

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La scatoletta di “Schokolade”

La scatoletta di “Schokolade”

Di Francesco Cappellani Nella tarda estate del 1943, a causa dei bombardamenti degli americani sempre più insistenti sulla ferrovia del Brennero, dove transitavano gran parte dei convogli militari tedeschi, ed anche su Verona, la città dove abitavamo, mio padre riuscì a trovare a Sommacampagna, un paesino a circa tredici chilometri dalla città, alcune stanze a pianterreno ed al primo piano di una grande villa, attualmente patrimonio del FAI, dove sfollare per vivere in condizioni di maggiore sicurezza. La villa era…

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Lo stile P.2

Lo stile P.2

GLI STILI, ne basterebbe uno Ogni stile è personale e ognuno lo ricerca e lo costruisce a modo suo, su sé stesso, così come si confeziona un abito su misura. Noi siamo lo stile. È il nostro carattere, e l’anima. Non vi è niente di stabilito, nemmeno la grammatica. La conosciamo, ma il nostro stile potrebbe essere anche sgrammaticato, purché comunichi in modo efficace, si faccia intendere, e nel racconto susciti emozioni e interessi. Grandi autori si sono espressi con…

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La dichiarazione

La dichiarazione

Silvano fece il discorso più lungo della sua vita un martedì d’inverno, dopo il tramonto, mentre la luce viola trasformava il cielo. Aveva iniziato a parlare alla ragazza d’impulso, senza potersi trattenere. I suoi capelli erano così lucidi. Dovevano essere morbidissimi ma non aveva ancora osato toccarli. Era un discorso d’amore, senza pudore né esitazioni, aldilà della timidezza che l’aveva sempre attanagliato davanti alle donne incontrate. Molte lo avevano colpito al cuore. Qualcuna gli era piaciuta alla prima parola pronunciata…

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La torta di mirtilli

La torta di mirtilli

Se metto a fuoco il bosco di aceri più a sud, il ferro sbiadisce, indistinto, poi scompare.Mi chiamo Jack London. Già, come lo scrittore. Vivevo a Maville in Ohio, ho trascorso lì gran parte della mia esistenza. Possedevo una casa, un cane, a cui ho avuto il buon senso di affibbiargli il nome di Prince, e una moglie, Vera. Abbiamo condiviso quasi trent’anni insieme, c’erano giorni buoni e, come è giusto che sia, giorni meno buoni. Questi ultimi li ricordo…

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L’uomo solitario lungo il viale

L’uomo solitario lungo il viale

Robert D si voltò. Nessuno lo osservava. La stanza del museo era vuota e nell’incavo del muro una scalinata portava al piano inferiore. Ritornò a fissare quella fotografia appesa al muro: un uomo di spalle percorreva un viale in un parco.Cosa lo attraeva di quello scatto? Quali particolari lo rendevano così famigliare? La camminata nella solitudine? La bellezza del parco? E se al posto degli alberi slanciati ci fossero state delle case colorate?La testa china verso il basso era indizio,…

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