I PERSONAGGI, crearli è un divertimento
Per quanto incredibile sia, c’è gente che scrive un racconto senza metterci un personaggio, o quasi, a stento lo accenna, impalpabile figura di contorno. Potrei fare tanti esempi, e ne riporto uno che conosco bene: il mio.
Volevo scrivere un racconto per dimostrare che ogni giorno è diverso dall’altro. Dopo una decina di versioni ero a metà e mi contorcevo ancora su me stesso. Correvo dietro al concetto che volevo esprimere, e ci giravo attorno. Non stavo in sostanza scrivendo un racconto.
La pessima pagina che avevo finora partorito forse era un saggio, ma nemmeno, perché io ero partito per scrivere un racconto, e non un saggio. Volevo sostenere la mia idea grazie a una narrazione leggera, ma pungente. Dopo tanto penare, ho capito che dovevo metterci un personaggio, e mi è venuta in mente la ragazza dai capelli verdi (*) che avevo visto il giorno prima alla stazione. In verità non aveva i capelli verdi. Le ho messo un piercing al labbro, i capelli appunto verdi, i jeans stracci, così si contrapponeva all’io narrante che passava le sue giornate monotone in ufficio nell’attesa delle ferie, o dell’uscita del lavoro alla sera per cercare di vivere una vita ormai compromessa dall’abulia e dal troppo tempo sprecato.
Nella seconda parte ho avuto l’idea di mettere una ferita segreta sull’addome della ragazza, perché lei veniva da una guerra di un paese vicino, e così ho aumentato il divario fra i due, tanto che quel cretino dell’io narrante alla fine capisce che i giorni non sono tutti uguali, ma piuttosto tutti da vivere.
E di casi come il mio ne ho trovati tanti nei piacevoli mercoledì sera prima, divenuti poi sabati pomeriggio, trascorsi a leggere i racconti dei corsisti. Di chi partiva per sostenere un’idea e alla fine non aveva scritto un racconto, ma solo una serie di considerazioni. Insieme ci siamo divertiti a costruire personaggi veri, in carne e ossa, che mostravano con la loro presenza nella storia quell’enunciato che spesso era scritto nelle prime due righe.
Continua il 10 febbraio
Abramo Vane, giornalista e scrittore, insegna alla Scuola di Scittura delle Edizioni IL CAVEDIO. Ha pubblicato libri di narrativa, d’arte, di poesia.
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