Di Miranda May

Un semplice giro di giostra. Senza neanche pensarci, bastava solo salire. Eppure non si mosse.

Come ha fatto a non capire? Non chiedevo altro che essere seguita. Ma io non chiedevo, non lo facevo mai. Restavo ad aspettare che i sorrisi arrivassero, mi accontentavo di quelli. Sorrisi composti e ben educati. Veri, ma così pallidi da sembrare smorfie sul mio viso.

L’amore è iniziato quando la nostra storia è finita. Amore per me stessa, per la mia vita e tutte le cose meravigliose che ne fanno parte, anche per quello che è stato. Lo penso tutti i giorni, so che non troverò nessuno come lui, e mi sta bene. Finalmente so cosa voglio.

Sembrerà strano scrivere un racconto d’amore senza una storia romantica. Ma il romanticismo è sopravvalutato. Non ho mai voluto promesse, smielate dichiarazioni, baci sotto il vischio e cenette a lume di candela. Non un costoso abito bianco, bomboniere, damigelle e al diavolo i fiori e i fotografi. Nulla di tutto questo. Io voglio le risate, voglio ballare, voglio lasciarmi cadere sapendo di essere presa. Pretendo qualcuno che salga con me su quella stupida giostra, e nulla di meno. Gli anni passavano, i ricordi sbiadivano, la vita procedeva come un fiume in piena, e tra le rapide mi scontrai con qualcuno di inaspettato. Un uomo disposto a fare tutto il necessario per guadare le acque al mio fianco, o così credetti di sentire. Forse lo scrosciare dell’acqua era troppo forte, forse lessi male le sue labbra, forse pensai di udire semplicemente quello che desideravo sentire. Quando scomparve non fui sorpresa.

Non provai nemmeno a seguirlo, sarebbe stato come nuotare controcorrente, sfiancante e assolutamente inutile. Lo sapevo bene ormai, ricordo ancora cosa si prova ad annegare piano, giorno dopo giorno, fino a toccare il fondo. Meglio non opporsi, meglio lasciarsi trascinare via dalla corrente.

E adesso lo capisco, il fato voleva che io oggi fossi qui, e guardassi intorno a me con lo stupore dei bambini. L’acqua riflette il verde brillante degli alberi e una farfalla vi si specchia, il cielo è terso e la canoa mi culla danzando sul fruscio delle foglie. Il vento sta cambiando, ma anche la pioggia sarebbe incantevole in questo momento. Ogni respiro sembra un miracolo, e mentre una lacrima scorre libera, risuonano nella mente le parole del mio anziano maestro. L’amore non usa parole, non ha etichette, non lo si può dare per ricevere. L’amore non è per qualcuno o qualcosa che definiamo nostro. L’amore non ha un fine e non ha fine.

Amore è quel sentimento che proviamo di fronte alla bellezza, puro e semplice. Non porta a nulla, se non alla vera felicità.

Miranda May, classe ‘93, vive in libri e biblioteche, luoghi sacri e venerabili. Impiegata di giorno, studentessa di notte e lettrice a tempo pieno, almeno nei suoi sogni. Talvolta si diletta a imbrattare pagine bianche.

Selezione di racconti da XI Concorso “Il Corto letterario e l’illustrazione”, NARRATIVA (Scrivere il corto) RACCONTI D’AMORE ( Sezione dedicata a Maniglio Botti)

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