di Rosella Bottallo

Usciamo da Bilancio familiare. Questi corsi per la terza età sono interessanti. Forse un po’ generici, ma non tutti hanno le competenze per approfondire, si sa. Mentre cammina Luisa caccia in borsa fogli e foglietti. Gliene cade uno. Lo raccolgo, glielo porgo. 

«Ah, Giulio, eri a lezione? Non ti avevo visto».

Figurarsi, sono sempre nei banchi davanti, ma non sto a smentirla. Devo sfruttare la buona occasione che mi ha offerto la sorte.

«Luisa, ti va un caffè? Così intanto potrei spiegarti quella storia del rating. Sono sicuro che ci hai capito poco, mentre io qualcosa ne mastico. Mi ero pure iscritto a Economia, una vita fa».

Sta per replicare, ma la prevengo:

«La lezione di Astronomia di oggi è stata cancellata, l’ho letto nel sito. Lo sai, no?»

Non è vero. Ma di sicuro lei non si è connessa stamattina. Non le do tempo di trovare scuse: «Andiamo da Sforza, si sta tranquilli».

Sforza ha i migliori cannoli della città; per arrivarci si attraversa il boschetto di betulle, così romantico, con quei primi fiori giallini. Amenti, si chiamano. Le proporrò una sosta sulla panchina nel boschetto, ben riparata da quella siepe che l’ultimo orizzonte il guardo esclude. Eh, l’immortale Leopardi.

Magari poi glielo cito.

La panchina è libera, Luisa si siede. Percepisco un’ansia leggera nel suo respiro. Sarà l’emozione per questo invito inaspet tato? L’agitazione per una intimità preannunciata? Al ritorno della gita in Val Camonica le avevo tenuto il posto vicino a me sul pullman, ma era stata intercettata dalle vedovelle giulive. Peccato: sulle incisioni rupestri avrei potuto darle quelle informazioni che la guida aveva omesso.

Sento il suo respiro farsi più affannoso. Le prenderei la mano, se non fosse che lei sta rovistando in borsa. Cerca i fazzoletti. Non li trova, per fortuna ne ho sempre una scorta. Glieli passo. Quando si gira verso di me vedo una lacrima tremolare sul ciglio, ingrandita dalle lenti. Non immaginavo di suscitare tanto turbamento. O è che si diventa più facili al pianto, invecchiando? La lacrima scivola sotto gli occhiali, scorre lentamente sulla guancia. Quella lacrima sul viso è un miracolo d’amore. Com’è vero, Bobby.

«Luisa, allora tu…»

Le prendo la mano? La abbraccio? Luisa rovista ancora in borsa, ne tira fuori uno spray che si infila nel naso, poi aziona la pompetta. Una, due, tre volte per narice. Si alza mentre lo ripone in borsa.

«È un antistaminico, sono allergica alle fioriture primaverili. Magari il rating me lo spieghi un’altra volta. Non vorrei perdere Astronomia: oggi parla di stelle giganti rosse». Si era connessa.

1° classificata nella sezione RACCONTI D’AMORE Rosella Bottallo. Pensionata di lungo corso, ex prof, che non lavora a maglia e non gioca a burraco, senza nipotini, occupa il tempo libero con letture disordinate e scrivendo racconti. L’attività che la gratifica di più però è insegnare l’italiano ai migranti.

Selezione di racconti da XI Concorso “Il Corto letterario e l’illustrazione”, NARRATIVA (Scrivere il corto) RACCONTI D’AMORE ( Sezione dedicata a Maniglio Botti)

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