L’INCIPIT, chi bene inizia
Nella vetrina della prima sede del Cavedio invia Cavallotti, nel centro storico di Varese, dal 2000 e per diversi anni, esponemmo racconti brevi, anzi brevissimi. Massimo 2600 battute spazi compresi. L’ipotetico lettore al quale ci rivolgevamo era un passante al quale potevamo chiedere solo pochi minuti di attenzione. Fondamentale l’incipit. Se le prime due righe non erano più che accattivanti perdevamo un cliente, che per sua natura non ha tempo da perdere.
Una situazione stimolante. Da noi pretendeva il meglio.
Mi ricordo un amico giornalista che aveva la fissa dell’attacco, e ricordo il suo cestino pieno di fogli accartocciati (a quei tempi si scriveva con la macchina per scrivere), ma ricordo anche i suoi articoli, che iniziavano sempre in modo originale.
Se questo è l’impegno di ogni bravo giornalista, per uno scrittore un buon inizio è ancora più importante. Per un racconto, dove l’attacco è risolto in poco spazio, ma anche per un romanzo. Il fatto che poi ci saranno centinaia di pagine da leggere non giustifica uno scarso impegno nella prima.
Quando sento qualche lettore che parla di libri che incominciano a essere interessanti dopo venti pagine sto male, e mi chiedo come abbia l’autore potuto pubblicare, se non come raccomandato. Non capisco neppure il lettore che si sente in obbligo di continuare a leggere. Forse lo fa per giustificare il costo del libro.
Penso che il tempo in questa vita a mia disposizione non sia tanto, di sicuro non mi va di sprecarlo, e così cambio lettura. L’incipit, di racconto o di romanzo che sia, è il suo biglietto da visita. Suggerimenti? Vi direi di riprendere in mano i libri che avete letto e di rileggere la prima pagina.
Ci sono autori che da subito ammaliano e fanno intendere che cosa ci attende. Un canto di sirena che ci chiama, per vivere un’avventura.
Personalmente non amo gli incipit con il discorso diretto, anche se vi sarebbero ottimi esempi pure in questo senso. In genere li trovo deboli, mi sembra che l’autore abbia fretta di far parlare i suoi personaggi. Mi è capitato a volte, in questi casi, di dare il suggerimento di attaccare con una breve descrizione sul personaggio o sull’ambiente, e poi, subito dopo, introdurre il discorso diretto. Quasi sempre il risultato è stato buono. Mettiamo a confronto il primo incipit con la seconda versione, nella quale abbiamo fatto precedere le parole di un personaggio da una breve descrizione, e poi decidiamo quale sia più efficace.
Continua il 3 febbraio
Abramo Vane, giornalista e scrittore, insegna alla Scuola di Scittura delle Edizioni IL CAVEDIO. Ha pubblicato libri di narrativa, d’arte, di poesia.
- VINO E SCRITTURA
- IL ROMANZO
- PSICOLOGIA
- DI BIRRA E DI SCRITTURA
- IL FUMO E L’ARROSTO
- SEMPRE LO STILE
- Il mio maestro di scrittura
- RUGBY E ROMANZO
- L’incipit
- L’INFINITO
- CINEMA E SCRITTURA
- LETTURE E ALTRE ARTI
- SI VIVE E SI MUORE
- PENSIERO UNICO
- LA FORMAZIONE DELLO SCRITTORE
- ESSERE SCRITTORE
- I CONTENUTI
- NUOVI LINGUAGGI
- I PUNTI DI INTERPUNZIONE
- Elementi del romanzo (il finale)
IL CAVEDIO associazione culturale e sportiva dilettantistica APS ———————————————– segreteria1997@ilcavedio.org