di Susanna Fontana
Non parlare amica mia, non parlare.
Cosa credi, che io non lo sappia? Lui pronuncia parole di un copione già scritto e recitato chissà quante volte, con chissà quante donne. Il suo viso è un palcoscenico, le sue lacrime sono attricette di terza fila.
Si diverte a guadagnare terreno di giorno in giorno. A sentirsi padrone della scena, a conquistare il pubblico, una spettatrice alla volta, un applauso di cosce dopo l’altro. Probabilmente è matto o soffre di un disturbo bipolare. Se non mi trovano più, sappi che è stato lui. Cercami sotto le assi del suo laboratorio. Ma pensi che m’importi, amica mia? Se morire è il prezzo da pagare per sentirsi vivi, apro il portafoglio del mio petto. Prenditi cura dei miei affetti. Inventa bugie, non dire loro la verità, cosa se ne farebbero? La verità è sopravvalutata, non farli soffrire.
Stai calmo cuore mio, stai calmo.
Lo so che non vuoi sentire ragioni. Ti capisco, stai stretto nel mio petto. Batti forte per uscire e urlare al mondo il mio desiderio. Ma tu il tuo posto ce l’hai. È lì che devi stare. In fondo, dove vorresti andare? Non conosci neanche la strada. Non sai niente di lui. E lui non chiede mai niente di te. Non gli importa chi sei realmente, cosa fai, dove vivi, qual è la tua storia. Sei un organo pulsante come tanti altri. E lui, giocoliere, ti afferra, ti stringe nella mano e ti fa volare in alto insieme a loro.
Non dirglielo voce mia, non dirglielo.
Non dirgli che quando senti la sua, di voce, vorresti urlare mentre lui ti sussurra nelle orecchie. Ma non puoi, e allora il tuo grido si fa liquido e, invece di essere una lacrima, diventa nettare. Lo sento anche adesso, scivola giù come un fiume caldo che vorrebbe raggiungerlo. Il profumo è così intenso che si sente a distanza. Quando cammino per strada, tutti lo sentono, gli uomini si voltano e vorrebbero bermi con lo sguardo. Ma è tutto per lui. Che è qui con me, adesso. Sente l’odore sulle mie dita. Gliele spalmo piano sul suo viso, gli disegno una lacrima, mentre avvicino la mia bocca alla sua. Ma non lo bacio, ancora, no, passo i polpastrelli umidi sui contorni delle sue labbra, per fargli bere di me. Lui è ancora quasi immobile, totalmente rapito, non può fare niente finché io non lo libero. La mia coscia si apre per offrirsi a lui, il resto della gamba lo avvinghia ai fianchi e poi…
Urla pure voce mia, urla pure fino all’ultima fila.
Susanna Fontana. Si è laureata con una tesi sui titoli di testa cinematografici, e da allora è sia attratta che nauseata dal mondo del marketing e della comunicazione, settore nel quale lavora da 15 anni. Sostiene l’antispecismo e sogna un castello con 40 cani.
Selezione di racconti da XI Concorso “Il Corto letterario e l’illustrazione”, NARRATIVA (Scrivere il corto) RACCONTI D’AMORE ( Sezione dedicata a Maniglio Botti)
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